La pianta in questione è un banalissimo cactus. Una palla vegetale, tonda, a volte ovale, altre dalla forma allungata (lo so perché sul mio balcone ho vasi che ne contengono di tutte le forme e dimensioni) ricoperta di spine e dall'aspetto a dir poco insignificante. E' una pianta che davvero non sa di nulla. Verde e spinosa. Non profuma e necessita di poca acqua. La guardi e non dà soddisfazioni. Poi un giorno vedo spuntare un foruncolo pelosetto e penso "sarà l'adolescenza" e girandomi sui tacchi me ne sono andata, sorridendo fra me e me per la battuta di poco spirito che ho tirato fuori.
Nei giorni successivi, il foruncolo è aumentato di dimensioni, tanto da sembrare una trombetta.
Stava diventando interessante.
Una mattina presto, svegliata dal caldo, sono andata sul balcone a cercare un po' di fresco, ed eccola lì, nella luce flebile dell'alba, quella pianta tanto insulsa, ha partorito un fiore così bello da lasciarmi senza fiato. Un profumo dolcissimo, quasi nauseabondo, colori delicatissimi, da sembrar di seta e quei pistilli al centro, parevano ciglia contornanti un occhio profondo. E quell'occhio guardandomi dolcemente sussurrava "mi vedi ora come sono realmente?"
E così i pensieri hanno cominciato un inevitabile percorso: vale anche per le persone? dentro ognuno di noi, dietro ad una corazza di aculei c'è un fiore tanto profumato, tanto dolce e delicato da lasciar senza fiato? Ed è possibile che da qualcosa di brutto possa nascere qualcosa di davvero meraviglioso? E perché se davvero esiste questa meraviglia dentro le persone, perché nasconderla?
E' così bello mostrarsi per quel che si è, senza dover alzare barriere per difendersi.
Questa palla vegetale, ora è diventata la regina di tutte le piante che ho sul terrazzo, continua a sfornare "bambini" che accuratamente stacco e ripianto in altri vasi, in attesa che ogni anno compia e non solo lei, un altro splendido miracolo.
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