mercoledì 1 maggio 2013

L'elastico

Tempo addietro trovai sul web questo passo, non so di chi, diciamo pure che non mi soffermai a cercare l'autore/autrice, forse per svogliatezza o semplicemente perché non m'interessava più di tanto, ma mi colpì parecchio, tanto da voler, in qualche modo, farlo mio. Il motivo? Perché mi ritrovo in quelle parole, così semplici, ma dannatamente vere:

'Ci son persone che sono legate da un elastico e non lo sanno. A un certo punto prendono e partono, ognuno per la propria strada, ognuna per i fatti propri e l'elastico le lascia fare, le asseconda, al punto che di quell'elastico alla fine quasi ci si dimentica. Poi però, arriva il momento estremo, quello al limite dello strappo e l'elastico reagisce, non si spezza, anzi, piuttosto, con un colpo solo, violentissimo, le fa ritrovare faccia a faccia'.

E ora che si fa? Quando ti ritrovi 'faccia a faccia', dopo venti lunghissimi anni, che diamine si deve fare?
Nel corso dei vent'anni quella persona è rimasta, a suo modo, dentro di te. Non l'hai mai dimenticata. Una presenza sottile che ti ha accompagnata indirettamente nel tuo percorso, e a testimoniarlo una quindicina di foto che non hai mai avuto il coraggio di buttare. Riposte, segretamente, in un ripiano della libreria, in un album camuffato da libro, a prendere polvere. Ogni tanto, nei momenti più duri, mi son ritrovata a togliere quella polvere, sussurrando appena il suo nome, accarezzando quel viso sulla carta patinata e chiedermi che fine avesse fatto. Se stesse bene. Poi la realtà, così schiacciante, mi faceva riporre quelle immagini e riprendere ancora polvere, archiviando ogni ricordo.
Fino a che...boom! L'elastico è arrivato al limite dello strappo e boom di nuovo! Eccomi faccia a faccia con quel non più ragazzo, ma ormai uomo, di cui m'innamorai al primo sguardo. Occhi negli occhi e tutto il passato senza quel noi annullato in un solo istante. Venti anni di silenzio, spariti, eclissati, in un nanosecondo.
Come potevo considerarla se non altro che una seconda possibilità? Ma tutto era sbagliato. Lo era allora e lo è adesso, più che mai!
Ma come rinunciare ancora una volta? E perché se davvero non deve essere, perché (e dannazione!) questo elastico non si è spezzato? Perché ha resistito per decenni? E' semplicemente uno scherzo di cattivo gusto o c'è qualcosa d'irrisolto? Ma cosa? Perché il destino, la vita, Dio stesso o chi per esso, ci ha fatto rincontrare? Perché? Perché? Perché?
Quanta sofferenza sapere e sentire che quella è la persona giusta ma non poterla avere.
E ora, più che mai, vorrei un paio di forbici che fossero in grado di tagliare quel fottuto elastico! Qualcuno mi ha detto che sono IO quel paio di forbici, che solo io POSSO e DEVO tagliarlo, ed è verissimo, ma è facile parlare quando non ha mai camminato con le tue scarpe e mai fatto anche solo dieci metri nella tua vita. E' troppo facile. E ci vuole coraggio per lasciare andare qualcosa che sai ti renderà felice.
Io quel coraggio ancora non ce l'ho.
Ho solo la forza di rimanere e vedere come andrà a finire.
Prima o poi la vita mi risponderà, nel frattempo, diamo spazio al dolore e che venga fuori, tutto, e forse, quando sarà esploso completamente, fino al limite di ogni sopportazione, potrà lasciare il posto a quella tanto agognata felicità.

K. Gibran
Allora una donna disse: Parlaci della Gioia e del Dolore.
E lui rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera,
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso è stato sovente colmo di lacrime.
E come può essere altrimenti?
Quanto più a fondo si scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è forse la stessa bruciata nel forno del vasaio?
E il liuto che rasserena il vostro spirito non è forse lo stesso legno scavato dal coltello?
Quando siete felici, guardate nel fondo del vostro cuore e scoprirete che è proprio ciò che vi ha dato dolore a darvi gioia.
E quando siete tristi, guardate ancora nel vostro cuore e saprete di piangere per ciò che ieri è stato il vostro godimento.
Alcuni dicono: "La gioia è più grande del dolore", e altri dicono: "No, è più grande il dolore".
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Giungono insieme, e se l'una siede con voi alla vostra mensa, ricordate che l'altro è addormentato nel vostro letto.
In verità voi siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia.
Soltanto quando siete vuoti, siete equilibrati e saldi.
Come quando il tesoriere vi solleva per pesare oro e argento, così la vostra gioia e il vostro dolore dovranno sollevarsi oppure ricadere. 

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