Sì dice così quando qualcosa fa male: togliere, eliminare, allontanare...appunto 'tolto il dente, tolto il dolore', ma perchè allora la lingua continua a cercare quel buco, a battere in quel vuoto che senti nelle arcate? Perchè si sente la mancanza solo di quel dente, benchè ce ne siano altri 31 in grado di far lo stesso lavoro?
Spesso ti sei alzata con il mal di denti, hai preso antinfiammatori e antibiotici per anestetizzare il dolore e debellare l'infezione, ma hai sempre rimandato l'appuntamento dal dentista nonostante sapessi fosse indispensabile. Poi ci vai e togli quel piccolo osso che hai in bocca. L'anestesia (il sapere che è la cosa più giusta) attenua il dolore dell'estrazione, ma svanito l'effetto, lo senti esplodere con tutta la sua potenza devastante e cazzo se fa male, più di quanto potessi immaginare. Quel dente aveva radici profonde, quel dente era tuo, l'hai usato (hai amato) per anni, è sempre stato lì, a portata di lingua, ed ora c'è il vuoto. La tua lingua (anima) lo cerca, ma si perde in quel vuoto che nessun altro dente potrà mai rimpiazzare. Puoi sostituirlo con uno nuovo di porcellana, ma non sarà lo stesso, sarà devitalizzato, ma non impedirà ai ricordi di far ancora male e così inevitabilmente...altre cicatrici.
Non è vero che tolto il dente, tolto il dolore: il dolore si trasforma in qualcosa di diverso. Vuoto, senso di perdita, mancanza, solitudine, malinconia e una terribile nostalgia, e sì, ricomincerai a mangiare, lo farai ogni volta, ma non sarà più lo stesso, masticherai in un altro modo, forse dalla parte dei denti sani, ma ogni volta che la tua lingua sfiorerà quel 'buco', sentirai ancora quelle cicatrici, quei segni dentro l'anima, che mai nessun dentista sarà in grado di sanare.
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