domenica 27 gennaio 2013

Linee

Questa è per te, so che mi leggerai, (sicuramente sarai anche l'unico) con un ringraziamento speciale per avermi fatta correre come non mi era mai successo, superando e oltrepassando ogni limite e barriera.

Non superare la linea di demarcazione in attesa che scatti il semaforo verde, non invadere la corsia preferenziale dei taxi o dei bus, non star a cavallo della linea che divide le corsie, non è consentito sorpassare quando c'è la doppia striscia, non oltrepassare la linea gialla alla posta, in banca, in farmacia, all'anagrafe...segui la linea rossa, verde, blu, arancione, marrone.... Linee, solo e unicamente linee che, come e dove ti giri, impediscono e vietano ogni cosa, che impongono rigore e rispetto alle regole. Solo regole. E se decidi di infrangerne anche solo una, vieni additata come una 'sbiellata', menefreghista, egoista, egocentrica e irrispettosa. Così, per non uscir dai canoni che detta la società, cerchi, in ogni modo, di seguirle, convincendo te stessa che è la cosa giusta, che è importante e fondamentale il giudizio degli altri.
Ma ci son volte che la voglia di pisciar fuori dal vaso chiama disperatamente, ed è incontenibile. E ti ritrovi a passar l'ultimo semaforo col rosso, sperando che nessuno dietro di te osi seguirti, assicurandoti di essere l'ultima per poi avere la strada unicamente tua. Rallenti per qualche metro, distanziando quelli avanti a te, e poi...via, a cavallo di quella linea, in mezzo alle corsie, comprando la strada, e spingi a tavoletta quel pedale sotto il piede destro, alzi la musica a palla, tanto da far vibrare gli specchietti e canti a squarciagola, lasciando che le note invadano ogni tua cellula, liberandoti da ogni oppressione, annullando ogni pensiero. E spingi sempre di più, portando la tua anima oltre ogni limite e sentendoti vera e finalmente libera. Correre, correre. e ancora correre a più non posso e alcuna intenzione di fermarti. La strada (l'immensa voglia di vita) chiama, urla e tu quasi inebetita da tanta libertà, ti lasci trasportare e avvolgere da quelle magiche, morbide e luminose ali e dolcemente ti lasci cullare, perché senti di far la cosa giusta e ti senti bene, VIVA.
Vorresti che quel tratto di asfalto non finisse mai, ma si sa, fra un semaforo e l'altro non ne corre un granché,  neanche in autostrada, ci sarà sempre un casello con la barra abbassata a fermare la tua folle corsa, ci sarà un velox a ricordarti che certi limiti non devi superarli, ci sarà una luce rossa a fermarti, uno stop, una precedenza, un incrocio, ci sarà sempre qualcosa o qualcuno a riportarti coi piedi per terra. Alzerai il piede dall'acceleratore, abbasserai la musica, e rientrerai nella corsia, probabilmente quella di destra e lascerai il passo a quelli più veloci o addirittura appena possibile, ti fermerai a riflettere, obbligandoti a un pit stop forzato. Ma se rallentando, non fossi in grado di scavallare la linea che divide le corsie? se non sapessi da che parte buttarti? destra o sinistra, o rimanere al centro e vedere come si svolgeranno le cose? Sai cosa c'è a destra e un po' ti senti al sicuro, quella strada, alla fine della fiera, l'hai sempre percorsa, ne conosci ogni tratto, sai dove son posizionati i chiusini, se ci son buche, crepe o se è liscia, ma a sinistra, cosa c'è? L'ignoto e la paura fottuta di lasciar andare un passato a te caro, a cui ti sei affezionato e anche un po' abituato, per un qualcosa che non sai, non capisci da che parte sia saltato fuori, ma in grado di seminare dubbi, destabilizzarti e confonderti. Ma si deve decidere, perché in mezzo non si può stare (così dicono!) e non sopporti aver altre macchine al culo della tua e automobilisti impazienti di rubarti la strada col dito piantato sul clacson, come se non aspettassero altro che farti sobbalzare dal tuo sedile! E così, impaurita, sconcertata e incazzata nera con un destino bastardo e crudele, rientri bruscamente nella tua corsia di destra, sperando di aver fatto la scelta più giusta per te, ma ti rendi conto solo guardandola, che la tua mano è posizionata sulla leva della freccia, tremante e desiderosa di azionarla verso sinistra e veder scattar i tuoi piedi sui quei pedali, sgommare senza dar precedenza e buttarti a capofitto in quella corsia così misteriosa, per corre ancora e ancora, perché correre è bello e se si è in due ad aver la stessa destinazione, lo è ancor di più.

Seguire le linee? da una parte o dall'altra? in mezzo? forte, piano? camminando o correndo, o anche fermarsi? non lo so, davvero, so solo che seguire quella del cuore è la cosa più giusta, perché quella non sbaglia mai.




giovedì 17 gennaio 2013

La persona sbagliata

Cazzeggiando sul web, sempre alla ricerca di risposte alle mille domande su questa esistenza che mi pongo quotidianamente, mi sono imbattuta in questa poesia di Luis Ferdinando Verissimo, scrittore e giornalista brasiliano:

LA PERSONA SBAGLIATA

Pensandoci bene, in tutto ciò che vediamo, viviamo intensamente, ascoltiamo
e pensiamo non esiste una persona giusta per noi.
Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata.
Perchè la persona giusta fa tutto giusto, arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste,
ma non è che abbiamo sempre bisogno delle cose giuste.
La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d'amore.
Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà  proprio in quel momento
in cui vi incontrerete, che il vostro donarsi l'un l'altra sarà più vero.
La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta.
Quella persona ti farà piangere, ma un'ora dopo ti asciugherà le lacrime.
Quella persona ti farà perdere il sonno, ma ti darà in cambio una notte d'amore indimenticabile.
Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono.
Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà in continuazione.
E' bene che ci sia una persona sbagliata per ognuno di noi perchè la vita non è sicura,
niente qui è sicuro, quello che è proprio sicuro è che dobbiamo vivere ogni momento,
ogni secondo, amando, sorridendo, piangendo, emozionando, pensando, agendo, desiderando,
ottenendo.
E solo così è possibile che si arrivi a quel momento della giornata in cui diciamo: 
'Grazie a Dio, è andato tutto come doveva andare'.
Quando in realtà, tutto ciò che lui vuole, è che noi incontriamo la persona sbagliata, in modo
che le cose inizino veramente a funzionare per il verso giusto per noi...


Ognuno di noi, nella propria vita, ha incontrato o incontrerà la persona sbagliata e, non lo nego, è successo anche a me. E' lo sbaglio per eccellenza. E' sbagliata la persona, son sbagliati i tempi, i luoghi, le circostanze. Cumuli di errori, di sbagli che inevitabilmente portano alla sofferenza, quella che spacca l'anima e la riduce a brandelli. Ma è un errore che toglie il fiato, che riempie i vuoti, che fa camminare senza sfiorare terra, fa tremare le gambe, fa tremare dentro ogni parte di te. Fa battere il cuore in modo strano, tanto che lo senti rimbalzare nel petto, farsi un carpiato sino alla bocca dello stomaco e sfiorare le antenne delle farfalle che lì svolazzano beate e indisturbate...e poi lo senti risalire mentre cerca (inutilmente) di riposizionarsi nel suo piccolo spazio, ma già pronto per un altro sobbalzo.
E' uno sbaglio che mozza le parole in gola, ti tiene sveglia la notte, invade i pensieri, che come un tarlo logora la mente. Uno sbaglio a cui non riesci, non puoi, non vuoi rinunciare e staccarti, perchè parte di te, perchè sai che non esiste persona più giusta di quella. Perchè quella persona così tanto sbagliata, riesce dove altri non son riusciti e tocca corde che nessuno ha mai suonato: fa vibrare e cantare l'anima. E solo la persona sbagliata può riuscire a fare tanto. Solo con una carezza, con uno sguardo, il solo stringerti fra le braccia, abbassa paletti, abbatte muri innalzati per difenderti che credevi invalicabili. E al suo fianco, per uno strano e assurdo motivo che manco tu stessa comprendi, ti senti indubbiamente giusta e assolutamente felice.........

sabato 12 gennaio 2013

Occhi...

Due perle color nocciola incorniciate da lunghe ciglia chiare
Occhi della stessa profondità degli oceani, dove perdersi e ritrovarsi
Occhi calamitati, che catturano, che una volta nei miei, impossibile da lasciare
Occhi che imbarazzano, che mi riempiono d'amore,
che mi portano sulle nuvole e mi fanno volare, mettendo ali d'argento all'anima.
Ricordo il momento in cui hai preso il mio viso fra le mani,
cercavo quegl'occhi come se li attendessi da un'eternità..
poi...eccoli nei miei...
e ho pensato 'ecco la mia vita, non ho bisogno d'altro...'
I tuoi occhi....la mia vita.

giovedì 10 gennaio 2013

Tolto il dente, tolto il dolore

Sì dice così quando qualcosa fa male: togliere, eliminare, allontanare...appunto 'tolto il dente, tolto il dolore', ma perchè allora la lingua continua a cercare quel buco, a battere in quel vuoto che senti nelle arcate? Perchè si sente la mancanza solo di quel dente, benchè ce ne siano altri 31 in grado di far lo stesso lavoro?
Spesso ti sei alzata con il mal di denti, hai preso antinfiammatori e antibiotici per anestetizzare il dolore e debellare l'infezione, ma hai sempre rimandato l'appuntamento dal dentista nonostante sapessi fosse indispensabile. Poi ci vai e togli quel piccolo osso che hai in bocca. L'anestesia (il sapere che è la cosa più giusta) attenua il dolore dell'estrazione, ma svanito l'effetto, lo senti esplodere con tutta la sua potenza devastante e cazzo se fa male, più di quanto potessi immaginare. Quel dente aveva radici profonde, quel dente era tuo, l'hai usato (hai amato) per anni, è sempre stato lì, a portata di lingua, ed ora c'è il vuoto. La tua lingua (anima) lo cerca, ma si perde in quel vuoto che nessun altro dente potrà mai rimpiazzare. Puoi sostituirlo con uno nuovo di porcellana, ma non sarà lo stesso, sarà devitalizzato, ma non impedirà ai ricordi di far ancora male e così inevitabilmente...altre cicatrici.            
Non è vero che tolto il dente, tolto il dolore: il dolore si trasforma in qualcosa di diverso. Vuoto, senso di perdita, mancanza, solitudine, malinconia e una terribile nostalgia, e sì, ricomincerai a mangiare, lo farai ogni volta, ma non sarà più lo stesso, masticherai in un altro modo, forse dalla parte dei denti sani, ma ogni volta che la tua lingua sfiorerà quel 'buco', sentirai ancora quelle cicatrici, quei segni dentro l'anima, che mai nessun dentista sarà in grado di sanare.