martedì 18 ottobre 2016

...e ha lasciato..

...e ha lasciato che si avvicinasse, sperando che potesse colmare quella distanza che stava facendo a pezzi quel poco che rimaneva del suo raziocinio.
E ha lasciato che le sue braccia l'accogliessero, sperando fossero calde, in grado di intiepidire la sua anima ormai di ghiaccio.
E ha sperato che il suo abbraccio fosse abbastanza forte da non farla scappare lontano.
Che fosse abbastanza dolce da tenerla.
Che fosse abbastanza passionale da scatenarle il desiderio ormai assopito.
Che fosse abbastanza.
E ha lasciato che le sue mani vogliose scorressero sul suo corpo tremante.
E ha lasciato che le sue labbra si avvicinassero alle sue, sperando che il loro sapore fosse abbastanza per ricredere nell'amore.
E ha lasciato che i loro sapori si mischiassero.
E ha provato a lasciare andare.
Si è abbandonata a qualcosa che non voleva, ma lo doveva fare, perché il dolore che sentiva serpeggiare dentro era troppo da sopportare, cercando così una scappatoia, a tutti i costi, per stare un po' meglio.
Ma quel sapore, quegli odori, per nulla famigliari hanno scavato dentro ancor di più.
Facevano male ancor di più.
Non erano i suoi.
Male.
Troppo.
Nausea.
Voglia di vomitare.
La testa piena di ricordi e immagini tutte buttate per aria.
Confusione.
Niente calore.
Niente desiderio.
Niente amore.
Nessun trasporto.
Nessun abbandono.
Niente. Di. Niente.
Solo fermare le sue mani già pronte per andare oltre.
Solo allontanarsi il più velocemente possibile.
Solo scappare via.
Scappare via da tutto.
La paura, la sola cosa rimasta; la paura di non riuscire più a vivere.
Un'unica certezza, ancora una volta, la sola ed unica certezza che la stava consumando lentamente: un amore assurdo, infinito, disperatamente troppo forte per quella persona da cui tentava di fuggire, senza riuscirci, da tutta una vita.
Dentro.
Lì per sempre. 
E lo sapeva: non se ne sarebbe mai liberata.