domenica 7 luglio 2013

(L)ode al Vaffanculo

Attimi in cui ti guardi intorno e non capisci in quale strano mondo tu sia finita.
Attimi in cui guardi le persone con occhi indifferenti.
Attimi in cui ti poni quindicimila domande, ma non te ne frega nulla di avere la benché minima delle risposte.
Attimi in cui ti guardi dritto negli occhi innanzi ad uno specchio e vedi ciò che non vorresti vedere e ti rendi conto di quanto questa vita ti stia stretta.
E attimi in cui vorresti gridare un sonoro vaffanculo all'intera umanità.
Questi sono solo attimi. Questo è L'ATTIMO:

V.A.F.F.A.N.C.U.L.O.

Gridarlo sul grugno di tutti quelli che mi stanno accanto, almeno simulano la presenza. Di mandarvi tutti quelli che indossata la toga, si ergono giudici del momento senza cognizione di causa, puntando il dito, giudicando e condannando, quando, quel loro lurido dito, dovrebbero ricacciarselo nello stesso identico posto in cui l'han sempre tenuto: su per il culo.
A tutti quelli che si professano amici sinceri, che fanno promesse come se mangiassero pane, quando una promessa è una promessa: un debito, e ormai dimentichi del loro dolore e cullati da un'effimera felicità, non sono in grato di sorreggere il tuo, forse perché troppo grande e vero.
A tutti quelli che ti compatiscono, quando tu in realtà non cerchi compassione ma unicamente un'altra anima che sappia ascoltare con quelle orecchie invisibili che ha soltanto un'anima sensibile.
A tutti quelli che fanno la morale, quando la morale non esiste neanche nelle favole.
A tutti i finti e bugiardi, a tutti gli attori nati, che indossano il costume del giorno per calcare la scena del momento, incapaci di essere loro stessi, di mostrarsi per quel che realmente sono.
A tutti quelli che tengono le persone legate con mezzi poco leciti, privandole della dignità, dell'orgoglio e della personale libertà.
Vaffanculo a tutti quelli che si riempiono la bocca di milioni e poi difronte ad un caffè al bar non mettono mano al portafogli.
A tutti quelli che invidiano il tuo sorriso, non sapendo che magari dietro ad esso, si celano sofferenze inimmaginabili e che malgrado le stesse, trovi ancora la forza di sfoderare le tue arcate dentarie, a stento e con fatica, ma lo fai, perché un sorriso non si nega a nessuno.
A tutti quelli che demoliscono i sogni altrui, che non li capiscono e non li rispettano, perché non consoni ai loro.
A chi crede di essere sempre dalla parte della verità e della ragione, quando quelle stan sempre al centro o forse perché la parte del torto è già stata destinata da loro.
A tutti quelli che non son capaci di chiedere scusa, che non sanno cosa vuol dire chiedere scusa e a tutti quelli che credono di essere senza peccato, al di sopra di tutti, ma CHI E' SENZA PECCATO, SCAGLI LA PRIMA PIETRA! (recita così il Vangelo? dal Vangelo secondo Giovanni).
E una lode a tutti quelli che si alzano dal letto e con rabbia mordono la vita, non accettando di essere la 'massa'. Che seguono le loro idee, i loro credo e i loro sogni, che non si fanno condizionare e con coerenza rimangono sulle loro posizioni. SEMPRE. Anche andando contro corrente, remando in mezzo alla tempesta. Ma sempre dritto, per raggiungere quell'isola di speranza, che sanno essere là. Sì proprio là infondo. sull'orizzonte. Su quella linea che ognuno spera di poter raggiungere.
E vorrei potermi svegliare una mattina e invece di poggiare i piedi sulla solita pedana invisibile che mi catapulta in un mondo completamente storto, smonco, come dice mia figlia, mi catapulterei io stessa in un mondo tutto mio. Cucito a mia misura. Né troppo largo, da ballarci dentro, né troppo stretto da sentirmi soffocare. Proprio come quella frase dal film 'Alice in Wonderland':

Se io avessi un mondo come piace a me, 
là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa!
Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!" 

E invece mi ritrovo ad indossare questo abito (vita) così stretto, attillato, fatto di un tessuto sintetico che non lascia passare aria, che fa sudare, e mi sento, io stessa, una cabina sauna! Un abito intriso di tutto tranne che di cose piacevoli. E quelle poche cose piacevoli, non durano neanche il tempo di finire la frase "sto be(ne)!"
Anzi, non riesci nemmeno a dirla, la formuli, te la crei nella testa, le dai una forma bellissima, perché in quel momento ti senti proprio così, ma nell'istante in cui provi a cacciare fuori quelle fottutissime sette lettere...puff....ti ritrovi a tartagliare " s-s-to be-be-be....", e il "ne", non esce. La frase resta sospesa nel vuoto. La frase, la parola restano incompiute. La tua vita resta incompiuta. 
Ed è già realtà. Era tutto uno scherzo!
Un'altra, l'ennesima illusione. L'ennesimo sogno ad occhi aperti. L'ennesima speranza di farla in barba al destino andata a farsi fottere. L'ennesimo film con un finale che non hai scritto tu, ma da uno sceneggiatore che non si cosa diavolo si sia fumato prima di inventarsi 'sto copione.
Ma IO, non ho più voglia di recitare in questo lungometraggio. Non mi piace la scenografia, non mi piacciono gli attori e le comparse, non mi piace la location, non mi piacciono i tempi e le situazioni. Questa storia non mi piace. E' tutto finto. 
Ho solo voglia di spogliarmi.
Di togliermi di dosso questo merdosissimo vestito e camminare nuda. Con i piedi nudi. Sulla terra.

Davanti a me uno specchio che riflette ciò che ho alle spalle: una finestra spalancata sul mondo. Un cielo scuro, stellato, e lo guardo, ma mi sembra così inutile in questa nottata e l'unico pensiero che riesco a partorire è: "vaffanculo pure tu! In questa notte non servi a nulla, almeno, non a me!"