sabato 23 febbraio 2013

Gli Angeli


'Qui la notte è buia 
e ci sei soltanto tu 
Vivi in bilico 
e fumi le tue Lucky Strike 
e ti rendi conto 
di quanto le maledirai.....' 
Sì, qui la notte è buia, nera come la pece e ci sei soltanto tu a doverci fare i conti. In bilico come su una fune, non sapendo mai da che parte verrai buttata. Non sapendo se questa fune mai finirà, se sarà sempre così o se prima o poi, all'estremo di essa ci sarà  'qualcuno' con la mano tesa per afferrarti e tenerti con se. Ma su quella fune vieni lasciata ancora e non ne vedi la fine, non vedi niente, non vedi la sua mano. Non la vedrai mai.
Una boccata e un'altra e un'altra ancora...e il sapore forte del tabacco delle Lucky Strike, t'invade la bocca, il palato, asciugando la gola. Arsura. Sì, un giorno le maledirai, ora no! Ora una la spegni e un'altra l'accendi, come se avessero il potere di calmarti, di asciugare anche i pensieri. Ma i pensieri restano e non si asciugano, incalzano prepotenti e spaccano quel poco che rimane di te.
Ricordi. Attimi. Istanti da togliere il fiato. Speranze. Fiducia. E quella gioia inaspettata che hai quasi sfiorato con entrambe le mani. Un sogno che ha sfiorato la realtà. Felicità. L'hai voluta tenere per te, chiusa dentro l'anima, non l'hai condivisa con nessuno o se non con chi veramente è stato in grado gioire con te, per paura che la gelosia e l'invidia altrui rovinassero tutto. D'altronde la felicità è quella cosa così rara e meravigliosa che quando ti tocca, la prima cosa che pensi è 'a me? ma dici davvero? Sei proprio sicura? No, non ci credo!' Così, dolcemente e delicatamente, abbassi piano piano la guardia ed uno alla volta sfili i guantoni, sussurrando fra te e te che in fondo un po' te la sei meritata. Sul viso ti compare un sorriso che pensavi di non riuscire più a tirar fuori, sembri quasi ebete, i tuoi occhi s'illuminano di quella luce particolare, quella fiammella che hai tenuto spenta per ben troppo tempo, il cuore batte lento ma forte e lo senti, senti ogni suo colpo, e sussulti ad ognuno, godi di ogni singolo momento, minuto, secondo e ti prendi a schiaffi perché non riesci a crederci. 
Passi giorni così, camminando senza toccare terra, con piccole ali ai lati dei tuoi piedi, con la gente che ti guarda e sorride nel vederti diversa, viva e piena di un qualcosa a loro estraneo, ma bello da guardare, con la testa ebbra d'amore e l'anima che canta, che urla come non aveva mai fatto. Tutto perfetto. Quella era la felicità. 
Non ci sono molte altre parole per descriverla, non ne renderebbero giustizia, se non viverla. Ma conservala è la parte più difficile e credo, addirittura impossibile. Dura sempre poco, troppo poco e non ci si sazia mai, non basta mai. 
Perché? Perché? dannazione! 
Perché il dolore arriva sempre così velocemente a spazzar via in un nanosecondo ogni meravigliosa sensazione, ogni emozione, lasciando solo terra arida? Perché il dolore non ha pietà? Perché ti riduce l'anima a colabrodo? Perché in un battito di ciglia spegne la speranza, la voglia di sorridere e di vivere? E perché cazzo non se ne va altrettanto velocemente? Perché cazzo rimane lì, a distruggerti e a struggerti? 
Il dolore ti piega, ti annienta. Ed è facile dire 'tira fuori le palle, rialzati, non devi e non puoi mollare, sei forte, non poi piangerti addosso, ce la fai'. Ma siamo sicuri poi di volersi rialzare ancora una volta? Se le forze, la volontà e soprattutto la speranza vengono a mancare, cosa si fa? Se non riesci a trovare un appiglio dentro te stessa per togliere il tuo stra maledetto culo dalle ortiche, cosa fai?
Brucia e fa male, il dolore è insopportabile, ma...ti guardi intorno e l'unico pensiero che la tua mente riesce a partorire è 'ora basta, sto qui seduta, immobile, con gli occhi chiusi e in silenzio' sperando che nella tua immobilità imparerai ad abituarti al tuo nuovo stato di sofferenza e a conviverci.
Ma non ci si abitua. Mai. Nè alla felicità, né al dolore. 
H. 2,41. L'ennesima Lucky si sta consumando lentamente, il sonno non arriva e 'Gli Angeli' di Vasco risuonano nelle orecchie...e il dolore imperterrito, non tace il suo assordante brontolio...
All'inferno!